Nel secondo trimestre 2024, l’indice degli ordini delle macchine tessili, elaborato dall’Ufficio Studi di ACIMIT, l’Associazione dei Costruttori Italiani di Macchine Tessili, ha segnato una flessione rispetto al periodo aprile-giugno 2023 (-17%). In valore assoluto l’indice si è attestato a 49,8 punti (base 2021=100).
Ciò è la risultante del calo registrato sui mercati esteri (-22%), dove la raccolta rappresenta l’86% degli ordini totali. Per contro, in Italia si è osservato un recupero del 25% sul secondo trimestre 2023. Il valore assoluto dell’indice sui mercati esteri si è fissato a 48,8 punti, mentre in Italia esso si attesta a 57,3 punti. Nel secondo trimestre il carnet ordini ha raggiunto i 4,3 mesi di produzione assicurata. Dalla rilevazione ACIMIT emerge, inoltre, che, nei primi sei mesi del 2024, l’utilizzo della capacità produttiva dei costruttori italiani è risultato pari al 61%. Tale percentuale è prevista alzarsi al 64% nella seconda metà dell’anno.
Marco Salvadè, presidente di ACIMIT, ha affermato: “L’indice degli ordini relativo al secondo trimestre mostra un evidente rallentamento dell’attività di raccolta commesse all’estero rispetto all’anno passato. È un calo che testimonia l’elevata incertezza dovuta alla difficile situazione geopolitica”. La conferma di quanto indicato dall’indice ACIMIT arriva anche dai dati dell’export italiano, aggiornati al primo trimestre 2024. Se si esclude Cina e Egitto i principali mercati esteri presentano un generale calo della domanda di macchinario tessile, non solo di quello italiano.
Non deve, poi, ingannare il recupero degli ordini sul mercato interno. L’incremento rispetto all’analogo trimestre 2023 è dovuto al fatto che nel medesimo periodo del 2023 i clienti tessili prima di investire hanno atteso le novità tecnologiche in mostra a ITMA Milano, la principale fiera del meccanotessile mondiale, svoltasi nel giugno 2023. Il confronto con il primo trimestre di quest’anno, invece, registra un arretramento del 23%. “Le aziende tessili attendono che venga definitivamente sbloccato il Piano Transizione 5.0, conferma Salvadè. Purtroppo, il tempo scorre e non pare che la situazione si sblocchi”. Le risorse dedicate a Transizione 5.0 sono legate al PNRR, che, per regole di rendicontazione, prevede che il macchinario possa godere dell’agevolazione prevista solo se installato entro la fine del 2025. Per molti costruttori i tempi di produzione e consegna potrebbero impedire di rispettare la scadenza. “A questo punto, conclude il presidente di ACIMIT, ci auguriamo che venga accolta la richiesta fatta da FEDERMACCHINE, la Federazione a cui appartiene anche ACIMIT, affinché le autorità europee considerino di prorogare al 2026 la possibilità di utilizzo dei fondi stanziati per tale provvedimento”.
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